mercoledì 12 marzo 2014

M.I.L.F. (musica indipendente letteratura filosofia) # 2 >>> martedì18marzo >>> BOB CORN showcase / Love turns around / da San Martino Spino a Rende


"You love the wind / It blows your hair / You love the sun / It burns your skin / You walk away and do not look back" (Bob Corn).

Dopo lo splendido e partecipato incontro con Emidio Clementi dedicato alla *letteratura*, M.I.L.F., la rassegna indipendente di musica letteratura e filosofia, ideata e organizzata dal FILO DI SOPHIA, torna in pista per il suo secondo appuntamento, questa volta tutto incentrato sulla *musica*.
Martedì 18 MARZO ore 21:00 (aula F2 cubo 18C UNICAL, ormai sapete) avremo il piacere di ospitare quell'amorevole e geniale cantautore che risponde al nome di BOB CORN. Folk singer nostrano dalla poetica intensa e vibrante, che trasuda amore e passione da tutti i pori. Love turns around, appunto, da quel di San Martino Spino, su in Emilia, fin quaggiù, nella nostra università, per un live emozionale che vi scarnificherà.
Lo showcase sarà introdotto da una breve chiacchierata con l'artista, occasione propizia per ragionare, con chi la pratica ogni giorno da anni, sul concetto di "indipendenza".
A seguire ancora tutti insieme con BOB CORN per il MANGIA&BEVI e il solito momento di convivialità.

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BOB CORN

Un sound suggestivo e parole che arrivano al cuore.
Questi è Bob Corn, l'uomo con la chitarra. San Martino Spino è una frazione di Mirandola, comune del modenese immerso nel verde e luogo di nascita (nel 1968) di Tiziano 'Tizio' Sgarbi in arte Bob Corn. Nonostante la dimensione rurale in cui cresce, il ragazzo individua subito nel mondo della musica la strada da intraprendere, inizialmente dietro le quinte come organizzatore di show, festival e tour per band emergenti, e poi come discografico indipendente con l'etichetta Fooltribe, che negli anni successivi scopre e lancia diversi artisti.
Ma il ruolo di addetto ai lavori apprezzato e rispettato non basta a Sgarbi, che presto sente l'esigenza di comporre personalmente la propria musica. I suoi primi scritti e componimenti risalgono al 2001 ed è proprio in quel periodo che nasce Bob Corn, l'alter ego che soddisfa le sue urgenze creative, mentre il più regolare Tiziano continua a rivestire le funzioni di sempre.
Con la sua inseparabile chitarra acustica e i suoi testi sull'amore e sulle persone, Bob inizia ad esibirsi in giro per l'Italia dividendo il palco con gruppi quotati come One Dimensional Man e Xiu Xiu. Nel 2003 l'artista incide su disco quello che lui stesso definisce 'sad punk' anche se di punk ha davvero poco. Nasce così "Sad Punk And Pasta For Breakfast", un album genuino e puro in cui voce e chitarra emozionano in modo spontaneo e diretto, con echi non troppo lontani di Will Oldham ma anche di Damien Jurado e Devendra Banhart.
Dopo molti concerti, anche all'estero, Bob Corn torna in studio di registrazione per "Songs From The Spiders House" (2006), che riprende il discorso introdotto dal primo disco e lo sviluppa con pezzi folk bucolici e brani country, parole semplici che si muovono su una chitarra pizzicata con maestria.
Con l'album "We Don't Need The Outside", uscito nel 2007, Bob Corn raggiunge anche un buon successo grazie a 10 tracce folk, originali e personali, che scaldano il cuore. 
Nel 2009, invece, esce "From the Wooden Floor", un piccolo gioiellino fatto di amori di sospiri di filastrocche di rime baciate e colline emiliane innevate.
Ultima fatica discografica (2011) è "The Watermelon Dream". Un album bellissimo, in ognuno dei suoi venti minuti. Sette canzoni che godono della solita delicatezza, accostata questa volta ad una inaspettata cura tecnico-formale. L'attenzione dedicata alle strutture di queste canzoni è evidente, e dimostra finalmente un'attitudine compositiva difficile da non apprezzare, soprattutto trattandosi di un autore che, come dicevamo, non si è mai distinto per particolari doti sperimentali. Tralasciando il pezzo d'apertura, probabilmente quello più facile da incasellare negli schemi del cantautore, il resto del lavoro si distingue per una ricercatezza musicale in grado di soddisfare l'aspetto sensibile ed emotivo quanto quello più tecnico e stilistico. Splendide le soluzioni orchestrali in "Lost and found", con un lamento di archi ad accompagnare il verso malinconico del cantante, o le seconde voci, azzeccatissime, in "August rains Rhymes" e "Love turns around": nel primo caso chiamate a colorire in modo leggero, nel secondo a conferire autorità con dolci e violente esplosioni liriche. Scelte formali, insomma, che calcano con maggior decisione i confini neo-folk della canzone del modenese, conferendo ai pezzi una maturità ed un riconoscimento artistico più obiettivo e condivisibile. Per il resto, Bob Corn è Bob Corn e lo conosci già: versi nostalgici, amori irrisolti, distanze mai colmate. Sorrisi, nonostante tutto. Parole silenziose, che fissano la lente sui particolari e su questi costruiscono chilometri di papiri idealistici. Perché se tutto si frantuma nei trambusti giornalieri e nelle nostre megalomanie quotidiane, lui percepisce l'antidoto al tempo nell'accortezza trasparente verso le piccole cose. La malinconia, l'allegria spicciola, la capacità liberatoria della scrittura. Bob Corn è tutto questo, già sai, e spendere altre parole sembra inutile. Ora mi svuoto le tasche e vado via. Com'era quella frase di Miller: «non ho soldi, né risorse, né speranze. Sono l'uomo più felice del mondo». Puoi ripetertela?

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M.I.L.F. (musica indipendente letteratura filosofia)

Rivendicare, oggi, il proprio essere “indipendenti” (che si parli di case editrici, gruppi musicali, progetti artistici di ogni sorta) evoca fantasmi radical chic che stentano ad abbandonare le nostre città, sempre più infestate dal vecchio demone dell’estetizzazione. Alberga una strana e perniciosa tendenza in ciò che definiamo “indipendente”: da un lato, si aspira alla più totale autonomia e originalità, ma, paradossalmente, dall’altro, si fa ricorso a una serie di immagini, segni, giochi visivi, concetti, simboli culturali, che, tutti insieme, formano un apparato di convenzioni immediatamente e chiaramente riconoscibile da spettatori e fruitori. Che senso ha, quindi, scomodare la parola “indipendente” in questo sconfortante quadro di abulia creativa spacciata, tuttavia, per oro colato? 
IL FILO DI SOPHIA, dal suo avamposto decentrato e periferico, contesta questo ridicolo approccio che ha trasformato l'originario significato di “indipendente” in un cartello modaiolo di bassa lega. “Indipendente” vuol dire auto-gestione, auto-finanziamento, auto-produzione, possibilità d’espressione senza vincoli, libera circolazione delle idee, senza alcun marchio di fabbrica, difesa di visioni del mondo alternative rispetto all’egemonia culturale esercitata violentemente dai circuiti ufficiali, valorizzazione dei giovani talenti, dare voce a chi non ce l’ha, offrire gratuitamente contenuti inediti, contribuire a ricostruire il frammentato tessuto sociale, fungendo da spoletta tra città e università, pur non essendo riconducibili, una volta per tutte, né all’una né all’altra. 
Così, abbiamo pensato di dare vita a M.I.L.F., una rassegna indipendente che possa, innanzitutto, recuperare il coinvolgimento attivo degli studenti, anche fuori del orario curriculare, nonché riallacciare i rapporti tra università e città. Vivere l’università come mero luogo di apprendimento didattico non è più sufficiente, così come un’università che non dialoga con il territorio su cui è nata e fiorita rappresenta uno spazio vuoto, destinato a morire. In questo senso, anche la scelta del titolo, un acronimo simpatico e accattivante, può giocare a favore di un più ampio coinvolgimento di persone. M.I.L.F. è il simbolo di ciò che è maturo, ma non ancora datato, di ciò che è insoddisfatto, ma ancora attraente, di ciò che sembra irraggiungibile, ma, proprio per questo, sobilla le fantasie più ardite. È un gioco d’immaginazione M.I.L.F., un invito “spinto” alla creatività, un tentativo di abbattere le distanze. In quest’ottica, musica, letteratura, arte e filosofia non possono più rappresentare dame di compagnia con cui trastullarsi per ammazzare il tempo, ma incarnano i viatici attraverso cui “ripensarlo” questo nostro tempo. 

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Un ringraziamento particolare al nostro Gianluca Gallo 

BOB CORN showcase
Love turns around
da San Martino Spino a Rende 
martedì 18 marzo ore 21:00
aula F2 cubo 18C UNICAL

per info: 
ilfilodisophia@gmail.com
ilfilodisophia.blogspot.it
facebook.com/ilfilodisophiaunical

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IL FILO DI SOPHIA

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