lunedì 28 aprile 2014

M.I.L.F. (musica indipendente letteratura filosofia) #4 >>> mar29aprile >>> incontro con GIANNI VATTIMO (chiacchiere ermeneutiche sul comunismo) / presentazione + mostra ZED (il nuovo fumetto cybernerd) / mangia&bevi

"A volte sogno un comunismo ermeneutico la cui verità si realizzi nel dialogo" (Gianni Vattimo).

Le MILF, si sa, non si appagano mai tanto facilmente. Dopo aver trasformato le dormienti aule universitarie del cubo 18C in delle piccole enclave musicali, torniamo a tamburo battente per regalarvi una serata che si preannuncia più infuocata di una puntata del Processo del Lunedì.

Martedì 29 aprile ore 21 (aula F1 cubo 18C, as usual),
IL FILO DI SOPHIA è lieto di presentarvi "Chiacchiere ermeneutiche sul comunismo", un incontro pubblico con il filosofo e militante politico GIANNI VATTIMO.
Un'occasione irripetibile per ascoltare, discutere e brindare con uno dei più controversi e popolari pensatori ancora esistenti sulla faccia della terra.

E, come direbbe il buon vecchio Corrado, non finisce qui: a elettrizzare il clima ci penseranno anche Danilo Sirianni e Salvatore Capolupo con il loro ZED (zebedei elettronici danneggiati), il nuovo fumetto cybernerd che sta facendo impazzire donne, uomini, bambini ed elettricisti. Una mostra da non perdere, con una vignettona "ermeneutica" a sorpresa.

E salatibus in fundo, il nostro MANGIA&BEVI per favorire le chiacchiere ermeneutiche sul comunismo e la corretta diuresi di tutte le ideologie negative.

FREE ENTRY, FREE FOOD, FREE DRINK, TUTTO FREE

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GIANNI VATTIMO

*LA VITA*
Gianni Vattimo è nato nel 1936 a Torino, dove si è laureato in Filosofia con Luigi Pareyson. Ha poi proseguito gli studi in Germania e, al ritorno in Italia nel 1964, ha iniziato a insegnare all’Università di Torino, prima Estetica e poi Filosofia Teoretica. In quarantacinque anni di insegnamento, è stato Preside di Facoltà (a Torino, negli anni ’70) e visiting professor in diverse università americane (Yale, Los Angeles, New York University, State University of New York). Da studente, negli anni ’50, insieme a Furio Colombo e Umberto Eco ha lavorato ai programmi culturali della Rai, conducendo tra l’altro il programma televisivo “Orizzonte”, settimanale di politica e informazione. Membro dei comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere, ha tenuto conferenze e seminari in numerose università di tutto il mondo. Ha diretto la “Rivista di Estetica” e ha ricevuto lauree honoris causa da diversi atenei in Europa e in America. Ha ricevuto, nel 2002, il Premio “Hannah Arendt” per il pensiero politico, e la President’s Medal della Georgetown University nel 2006; nel 2010 ha tenuto le prestigiose Gifford Lectures presso l’Università di Glasgow. Nel 1997 è stato nominato Grande Ufficiale al Merito della Repubblica italiana. Attualmente è vicepresidente dell’Academía da Latinidade. Nel 2009 è stato rieletto al Parlamento europeo, dopo il primo mandato dal 1999 al 2004. Nel 2006, Vattimo ha raccontato la sua vita a Piergiorgio Paterlini, autore dell’autobiografia “a quattro mani” intitolata Non Essere Dio (Aliberti).

*IL PENSIERO*
Nelle sue opere, Vattimo ha proposto un’interpretazione dell’ermeneutica filosofica contemporanea che ne accentua il legame positivo con la tradizione del nichilismo. La sua prospettiva filosofica, il “pensiero debole”, interpreta il nichilismo come indebolimento delle categorie forti, tramandate dalla metafisica e criticate già da Nietzsche e da Heidegger. Un tale indebolimento dell’essere – che non si attribuisce più caratteristiche definitive e violente, ma si riconosce più legato al tempo, alla vita e alla morte – è la nozione-guida per capire i tratti dell’esistenza dell’uomo nel mondo tardo-moderno, e (nelle forme della secolarizzazione, del pluralismo e della tolleranza) rappresenta anche il filo conduttore di ogni progetto di emancipazione politica. Rimanendo fedele alla sua originaria ispirazione religioso-politica, Vattimo ha sempre coltivato una filosofia attenta ai problemi della società: un pensiero che interpreta la storia dell’emancipazione umana come una progressiva riduzione della violenza e dei dogmatismi, a favore di un superamento delle ingiustizie sociali che da questi derivano.

*LE OPERE*
Gianni Vattimo si è inizialmente occupato di ricerche di estetica antica (Il concetto di fare in Aristotele, 1961) e allo studio del significato filosofico delle poetiche dell’avanguardia (Poesia e ontologia, Mursia 1967). I suoi studi su Heidegger e Nietzsche, e in generale sulla filosofia tedesca dell’Ottocento e del Novecento (Essere, storia e linguaggio in Heidegger, Edizioni di Filosofia 1963;Schleiermacher, filosofo dell’interpretazione, Mursia 1968; Introduzione a Heidegger, Laterza 1971; Il soggetto e la maschera, Fabbri-Bompiani 1974;Introduzione a Nietzsche, Laterza 1984), hanno avuto risonanza internazionale e, al pari delle sue opere successive, sono stati tradotti in varie lingue. Nel 1980 ha pubblicato Le avventure della differenza. Che cosa significa pensare dopo Nietzsche e Heidegger, in cui discute il significato di una filosofia per la quale non esistono più punti di vista globali o privilegiati. Dopo Al di là del soggetto (1981), Vattimo ha curato il volume Il pensiero debole (Feltrinelli 1983, in collaborazione con Pier Aldo Rovatti), opera nella quale si propone un’interpretazione del postmoderno come passaggio dalle unità forti alle molteplicità deboli, dal dominio alla libertà, dall’autoritarismo alla democrazia. Negli anni successivi, sulla scorta del successo che il “pensiero debole” incontrava nella discussione filosofica internazionale, la riflessione di Vattimo ha approfondito il senso di un’ermeneutica filosofica orientata all’indebolimento e all’emancipazione dalla metafisica, fino all’uscita di Oltre l’interpretazione. Il significato dell’ermeneutica per la filosofia(Laterza 1994), che propone un bilancio dell’intero progetto. Agli stessi anni risalgono anche Tecnica ed esistenza. Una mappa filosofica del Novecento (Bruno Mondadori 1997), che presenta un quadro complessivo della filosofia dell’ultimo secolo e del suo rapporto con la società della razionalizzazione tecnico-scientifica, eVocazione e responsabilità del filosofo (Il Melangolo 2000), in cui indaga le risorse etiche e politiche del “mestiere” di filosofo. La riflessione sulla società contemporanea si approfondisce in particolare ne La società trasparente (Garzanti 1989 e 2000), che si interroga sui limiti e le contraddizioni prodotte dallo sviluppo della società della comunicazione generalizzata; e in Nichilismo ed emancipazione. Etica, politica, diritto (Garzanti 2003), dove Vattimo immagina le implicazioni positive e costruttive dell’ermeneutica e del nichilismo (qui intesi come sinonimi, come già in Etica dell’interpretazione, 1989, e in La fine della modernità. Nichilismo ed ermeneutica nella cultura postmoderna, 1985) per il mondo della globalizzazione, intraviste nella possibilità di fondare ogni legge e regola di comportamento sul rispetto della libertà di ciascuno e non su norme che si pretendono “naturali”. Negli ultimi anni però, con Credere di credere (Garzanti 1996), Dopo la cristianità. Per un cristianesimo non religioso (Garzanti 2002) e Il futuro della religione. Carità, ironia, solidarietà (Garzanti 2005), Vattimo recupera anche l’interesse per una lettura filosofica dei temi del religioso e interpreta il significato positivo del cristianesimo attraverso il concetto di indebolimento: la stessa incarnazione di Dio nel Figlio è un evento connesso al processo di riduzione delle strutture forti della metafisica, evento nel quale Dio si abbassa e perde le connotazioni terribili attribuitegli dalle religioni primitive. Il messaggio cristiano della carità (“Ama il prossimo tuo come te stesso”) diventa – ancora in chiave politica – la base per una società della tolleranza, nella quale la verità esiste laddove si raggiungono, attraverso il dibattito, posizioni consensuali. La riflessione politica è proseguita con Il socialismo ossia l’Europa (Trauben 2004), dedicato al significato e al futuro del processo d’integrazione continentale, attraverso gli articoli e gli interventi scritti durante il primo mandato al Parlamento europeo. Un programma “di sinistra” oggi – questa la tesi – non può che identificarsi con i progetti di integrazione europea: ovvero con un’Europa che si liberi dalla soggezione agli Stati Uniti, mantenendo un modello sociale di solidarietà tra classi e generazioni, e si batta per l’affermazione di un ordine internazionale diverso dal “capitalismo compassionevole” di oltreoceano. La riflessione politica è proseguita con Ecce Comu. Come si ri-diventa ciò che si era(Fazi 2007), nel quale Vattimo propone, constatando il fallimento del capitalismo e della democrazia formale, un comunismo autentico e libertario, all’insegna di un progetto di “sovversivismo democratico”. Nel più recente Addio alla verità(Meltemi 2009), filosofia e politica si ricongiungono all’insegna di un’idea di verità da costruire nel confronto sociale e interculturale. Editorialista e collaboratore di diversi giornali italiani e stranieri (“La Stampa”, “L’Europeo”, “il Manifesto”, “L’Unità”, “L’Espresso”, “Rolling Stone”, lo spagnolo “El País”, l’argentino “Clarín”), e attualmente blogger per “Il Fatto quotidiano”, Vattimo ha curato, a partire dagli anni ’80, diverse edizioni dell’Enciclopedia Garzanti di Filosofia (la “Garzantina”, nel 1981, nel 1993 e nell’ultima edizione 2004). Le sue Opere complete sono in corso di pubblicazione presso Meltemi (a cura di Mario Cedrini, Alberto Martinengo e Santiago Zabala). Il suo ultimo lavoro, Hermeneutic Communism (2011, scritto con Santiago Zabala – Columbia Univeristy Press), attua una rivisitazione positiva del marxismo (il “pensiero debole” viene a essere “pensiero dei deboli”) alla luce del pensiero ermeneutico, che conduce Vattimo a ricercare un’alternativa alle disuguaglianze e alla violenza prodotte dal capitalismo e in una concezione appunto ermeneutica della verità.

*LA POLITICA*
Seguendo le implicazioni politico-sociali della sua ispirazione filosofica, fin dagli anni ’70 Gianni Vattimo ha scelto un impegno politico attivo e militante, dapprima nel Partito Radicale, in qualità di rappresentante del “Fuori!”, il primo movimento gay italiano; poi attraverso diverse esperienze nella cosiddetta società civile, culminate a livello locale nel gruppo “Alleanza per Torino”, in occasione delle prime elezioni comunali maggioritarie (1993); e successivamente nella campagna elettorale dell’Ulivo (1996). Nel 1999 è stato eletto deputato al Parlamento Europeo per i Democratici di Sinistra, nel gruppo del Partito Socialista Europeo. Qui ha partecipato ai lavori della “Commissione per la cultura, la gioventù, l’istruzione, i mezzi d’informazione e lo sport”, e della “Commissione per i diritti e le libertà dei cittadini, la giustizia e gli affari interni”. È stato inoltre membro della Commissione temporanea sul sistema di intercettazione satellitare “Echelon”, e delle Delegazioni Interparlamentari UE-Cina e UE-Sudafrica; si è occupato anche di istruzione e formazione, università (programmi Erasmus e Socrates), ricerca e sviluppo, media, tossicodipendenze, diritti civili e sociali, diritti degli animali, senza dimenticare l’apporto dato all’opposizione contro il governo di centrodestra italiano. Al termine del quinquennio europeo, in polemica con il gruppo dirigente dei DS, Vattimo ha lasciato il partito e ha proseguito la sua militanza politica in altre forme: dapprima nel Partito dei Comunisti Italiani, poi a fianco di alcuni gruppi della società civile calabrese, a San Giovanni in Fiore (Cs), terra d’origine della sua famiglia. Qui, come candidato sindaco per una lista civica, ha contribuito alla nascita della “Voce di Fiore”, un movimento di giovani attivi nell’antimafia e nella rete di associazioni che denunciano i rapporti fra politica, poteri occulti e criminalità organizzata. Dopo la lectio di congedo dall’università, tenuta a Torino il 14 ottobre 2008, Vattimo è tornato a pieno titolo a occuparsi di politica e nella primavera del 2009 ha accettato la proposta di candidatura al Parlamento Europeo rivoltagli da Antonio Di Pietro e dall’Italia dei Valori, nelle cui liste è stato candidato come indipendente. Eletto nella circoscrizione Nord-Ovest, Vattimo è oggi deputato al Parlamento Europeo nell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa. È membro titolare della “Commissione cultura e istruzione”, e membro supplente della “Commissione libertà, giustizia e affari interni”. Inoltre, è vicepresidente della Delegazione all’Assemblea parlamentare euro-latinoamericana.

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M.I.L.F. (musica indipendente letteratura filosofia)

Rivendicare, oggi, il proprio essere “indipendenti” (che si parli di case editrici, gruppi musicali, progetti artistici di ogni sorta) evoca fantasmi radical chic che stentano ad abbandonare le nostre città, sempre più infestate dal vecchio demone dell’estetizzazione. Alberga una strana e perniciosa tendenza in ciò che definiamo “indipendente”: da un lato, si aspira alla più totale autonomia e originalità, ma, paradossalmente, dall’altro, si fa ricorso a una serie di immagini, segni, giochi visivi, concetti, simboli culturali, che, tutti insieme, formano un apparato di convenzioni immediatamente e chiaramente riconoscibile da spettatori e fruitori. Che senso ha, quindi, scomodare la parola “indipendente” in questo sconfortante quadro di abulia creativa spacciata, tuttavia, per oro colato?
IL FILO DI SOPHIA, dal suo avamposto decentrato e periferico, contesta questo ridicolo approccio che ha trasformato l'originario significato di “indipendente” in un cartello modaiolo di bassa lega. “Indipendente” vuol dire auto-gestione, auto-finanziamento, auto-produzione, possibilità d’espressione senza vincoli, libera circolazione delle idee, senza alcun marchio di fabbrica, difesa di visioni del mondo alternative rispetto all’egemonia culturale esercitata violentemente dai circuiti ufficiali, valorizzazione dei giovani talenti, dare voce a chi non ce l’ha, offrire gratuitamente contenuti inediti, contribuire a ricostruire il frammentato tessuto sociale, fungendo da spoletta tra città e università, pur non essendo riconducibili, una volta per tutte, né all’una né all’altra. Così, abbiamo pensato di dare vita a M.I.L.F., una rassegna indipendente che possa, innanzitutto, recuperare il coinvolgimento attivo degli studenti, anche fuori del orario curriculare, nonché riallacciare i rapporti tra università e città. Vivere l’università come mero luogo di apprendimento didattico non è più sufficiente, così come un’università che non dialoga con il territorio su cui è nata e fiorita rappresenta uno spazio vuoto, destinato a morire. In questo senso, anche la scelta del titolo, un acronimo simpatico e accattivante, può giocare a favore di un più ampio coinvolgimento di persone. M.I.L.F. è il simbolo di ciò che è maturo, ma non ancora datato, di ciò che è insoddisfatto, ma ancora attraente, di ciò che sembra irraggiungibile, ma, proprio per questo, sobilla le fantasie più ardite. È un gioco d’immaginazione M.I.L.F., un invito “spinto” alla creatività, un tentativo di abbattere le distanze. In quest’ottica, musica, letteratura, arte e filosofia non possono più rappresentare dame di compagnia con cui trastullarsi per ammazzare il tempo, ma incarnano i viatici attraverso cui “ripensarlo” questo nostro tempo.

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Grazie di cuore a Das Baltassàr e Salvatore HeadWolf.

"Chiacchiere ermeneutiche sul comunismo"
incontro pubblico con GIANNI VATTIMO
+ ZED, il nuovo fumetto cybernerd
martedì 29 aprile ore 21
aula F1 cubo 18C UNICAL

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ilfilodisophia.blogspot.it
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